Edifici in canapa
La canapa è una pianta annuale di semplice coltivazione, rapida crescita e basso consumo di acqua; storicamente venne coltivata fino alla prima metà del ‘900 in gran parte del mondo e in molte regioni Italiane.
I suoi derivati costituiscono prodotti dai molteplici usi e dalle riconosciute proprietà terapeutiche; dalla canapa si possono infatti ricavare tessuti, alimenti, olio, saponi, cosmetici, vernici, carta, detersivi, materie plastiche, combustibili, e appunto prodotti per l’edilizia.
L’utilizzo della canapa miscelata a calce come materiale da costruzione è iniziato in maniera sperimentale in Francia nel 1986; ad esso ha fatto seguito una veloce diffusione nel settore edile, impiegato dapprima soprattutto per il restauro conservativo di edifici storici e dai primi anni novanta nell’edilizia corrente con un importante e continuo sviluppo.
In Italia, la prima casa in canapa-calce è stata realizzata nel 2010 in Emilia Romagna, la Regione che, curiosamente, nella prima metà del novecento era la principale produttrice di canapa in Italia.
Dal fusto della pianta, attraverso un processo di separazione meccanica, si ottengono la fibra (parte esterna) e il canapulo (parte interna).
La fibra, componente più pregiata, nell’edilizia è prevalentemente utilizzata per la produzione di isolanti termo-acustici per ambienti interni.
Il canapulo rappresenta invece la componente della pianta più usata nel mondo delle costruzioni; si presenta frantumato in scaglie e, come gli inerti da costruzione, viene commercializzato in diverse granulometrie; può essere usato a secco per riempimenti di strutture e stratigrafie oppure viene mescolato con acqua, leganti e altri inerti per mezzo di un impastatrice, al fine di ottenere un composto dalla consistenza variabile a seconda del prodotto finale che si vuole ottenere.
Quando parliamo di leganti, si fa in questo caso riferimento alla calce, un materiale usato almeno da 9000 anni, ottenuto dalla cottura dei calcari, rocce abbondantissime sulla crosta terreste e talmente diffuse da essere considerate inesauribili.
Quando invece parliamo di inerti, ci riferiamo a materiali che vengono aggiunti all’impasto di canapulo e calce, in percentuali variabili, per migliorarne le caratteristiche in funzione della prestazione richiesta; tali inerti naturali possono essere ad esempio la pozzolana o il coccio pesto.
Dal canapulo, una volta impastato con acqua e calce, si ottiene una miscela piuttosto “magra” che, in base alla tecnica costruttiva prescelta e agli impieghi previsti, può essere applicata in maniera tradizionale, cioè a mano tramite getto in casseforme, o a macchina, cioè a spruzzo con tecniche che variano a seconda della tipologia di materiale e d’utilizzo.
Qualità e provenienza della canapa, grandezza del canapulo, tipologia del legante e proporzioni della miscela, sono i principali fattori al variare dei quali si possono ottenere materiali con specifiche caratteristiche, adatti quindi a specifici impieghi quali: coperture, pareti, solai, cappotti termici, intonaci, pannelli e mattoni prefabbricati, ecc.
Dopo la lavorazione o la messa in opera, la miscela indurisce per evaporazione dell’acqua, iniziando un lento processo di carbonatazione e idratazione della calce che porta alla mineralizzazione della canapa stessa, stabilizzandola e rendendola refrattaria a muffe e insetti.
La canapa è un materiale altamente igroscopico, ovvero un naturale regolatore di umidità dell’aria, grazie infatti alla sua struttura molecolare può inglobare vapore acqueo senza sensibili variazioni del volume; questo consente in pratica di mantenere in equilibrio il tasso di umidità all’interno degli ambienti, il che si traduce in salubrità e benessere abitativo.
Le proprietà isolanti della miscela consentono inoltre di ottenere prestazioni d’isolamento termico e acustico eccezionali.
Questa tecnologia costruttiva si presta pertanto alla perfezione anche per realizzare edifici in cui sono richieste elevate prestazioni di efficienza energetica, ridotti consumi ed alto comfort abitativo.
Infine sull’ecosostenibilità, si può affermare che l’impronta ecologica della miscela calce-canapa è negativa, ovvero, nel bilancio tra CO2 emessa nella produzione e nell’uso del materiale e CO2 assorbita durante il processo di crescita della pianta, quest’ultima risulta maggiore.
Se paragonato ad altri materiali edili, la canapa-calce ha un ciclo di vita molto lungo, che comunque si conclude con la completa riciclabilità: è sufficiente un processo di frantumazione per essere di nuovo impiegato come materia prima secondaria o addirittura in nuovi cantieri, senza necessità di trattamento alcuno.
La canapa è uno straordinario materiale naturale, una risorsa inesauribile, un materiale da costruzione con caratteristiche eccezionali che ci auguriamo possa contribuire a cambiare l’architettura e il mondo dell’edilizia.